
L'AUTORE
Clemente Aiello è un musicista, cantautore e autore che ha scelto di camminare lungo i bordi della strada, dove l’arte si fa ascolto profondo, memoria viva e gesto di resistenza. La sua voce, inconfondibile per timbro e intensità, non cerca l’applauso facile, ma il contatto autentico. La sua musica non si consuma: si custodisce.
Formatosi al Conservatorio, Clemente ha costruito negli anni un percorso musicale indipendente, coraggioso e fedele a sé stesso, pubblicando decine di brani originali e un ampio repertorio di canzoni che intrecciano la canzone d’autore con la ricerca sonora e la parola poetica. I suoi lavori — sempre coerenti e controcorrente — attraversano temi esistenziali, sociali, intimi, con una scrittura che affonda nel vissuto e si apre all’universale.
Non si è mai accontentato di stare al centro della scena. Fin da ragazzo ha inseguito le voci dimenticate, le melodie mai arrivate alla radio, le storie rimaste ai margini. Per lui la musica è un atto di cura verso ciò che il tempo tende a cancellare. Ogni nota è un frammento salvato, ogni verso un gesto di memoria.
Autore anche di testi narrativi e saggistici, Clemente esplora da anni i legami profondi tra suono, parola ed emozione, con uno sguardo attento alla bellezza che si nasconde nei dettagli, nei silenzi, nelle cose che nessuno guarda più. La sua è un’arte che non urla, ma resta. Che non seduce, ma tocca. Che non si consuma, ma si ascolta — come si ascoltano certe verità dimenticate.
Clemente Aiello continua a creare seguendo la sua voce interiore, lontano dalle mode e dalle logiche del mercato, fedele a un’idea di arte come testimonianza, come spirito critico, come forma di amore. La sua musica è fatta per chi cerca. I suoi libri per chi ricorda. Il suo cammino per chi non ha smesso di credere che qualcosa, in fondo, si possa ancora salvare.
LA MUSICA UCCISA
Ci sono libri che si scrivono con la testa, altri con il cuore. La musica uccisa l’ho scritto con entrambi, ma anche con una parte più profonda: quella che custodisce i silenzi, le ferite, i ricordi non detti.
Questo libro nasce da un’urgenza: ridare voce a tutte quelle canzoni che non ce l’hanno fatta. Non perché fossero meno belle, meno vere o meno forti. Ma perché erano troppo scomode, troppo libere, troppo autentiche per un mondo che corre e consuma senza ascoltare davvero.
Scrivendolo, ho pensato a tutte le melodie dimenticate, alle parole censurate, ai suoni che nessuno ha mai avuto il coraggio di pronunciare. E mi sono chiesto: dove finiscono le canzoni che nessuno canta più? Che fine fanno quelle storie che non trovano mai spazio? Forse svaniscono. O forse restano in sospensione, in attesa che qualcuno le riconosca.
La musica uccisa è un viaggio tra ciò che resta quando il suono si spegne, tra le tracce invisibili lasciate da ogni nota che non ha avuto il tempo di fiorire. È un atto d’amore verso la musica che resiste, anche quando viene tradita. È anche una denuncia verso tutto ciò che, in nome del mercato o del potere, ha ucciso l’autenticità dell’arte.
Non è un libro comodo, né consolatorio. Ma se ami la musica davvero — quella che vibra anche quando tace — forse troverai tra queste pagine qualcosa che ti appartiene.
Io ci ho messo tutto: la mia storia, le mie ferite, le mie domande.
Perché la musica non muore mai davvero. Resta. E ci chiama. Sta solo a noi decidere se ascoltarla.
COSA DICONO I LETTORI
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"Un libro che non si limita a parlare di musica, ma la fa risuonare dentro. Ogni pagina è un atto di resistenza contro l'oblio. Mi ha emozionato profondamente."
— Giulia R., insegnante
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di scrivere delle canzoni dimenticate, di quelle che nessuno ha voluto ascoltare. Un libro poetico, necessario, indimenticabile."
— Andrea M., musicista
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"La musica uccisa è un pugno nello stomaco e una carezza all’anima. Un viaggio tra le ombre della musica, tra le voci messe a tacere. Non è solo un libro: è una presa di coscienza."
— Lorenzo F., lettore appassionato
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"L’ho letto tutto d’un fiato e poi sono tornata indietro a sottolineare. Perché ogni frase merita di essere ricordata. Clemente Aiello ha dato voce al silenzio."
— Francesca D., studentessa di conservatorio
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"Un libro che dovrebbe essere letto da chi ama la musica, ma anche da chi pensa che l’arte sia solo intrattenimento. Qui si parla di verità, di memoria, di coraggio."
— Marco T., critico musicale


💔
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"Ho pianto. Davvero. Perché ho pensato a tutte quelle canzoni che nessuno ha mai ascoltato, e a tutte le persone che si sono sentite invisibili come loro. Questo libro è un abbraccio a chi è stato dimenticato."
— Chiara L., educatrice
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"C'è una tenerezza struggente in queste pagine. Come se qualcuno ti sussurrasse che ciò che hai perso, in fondo, esiste ancora da qualche parte. Un libro che consola e ferisce allo stesso tempo."
— Elisa C., psicologa
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"Leggerlo è come ascoltare una canzone che credevi di aver dimenticato. Ti entra dentro piano, e poi resta lì. Non è solo un libro: è un requiem, un atto d’amore, un addio sussurrato a chi non ha avuto voce."
— Gabriele T., lettore sensibile
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"Leggere questo libro è come ricevere uno schiaffo in pieno volto. Fa male, ma serve. Ci ricorda che dietro ogni canzone censurata c’è un mondo che non abbiamo avuto il coraggio di ascoltare."
— Valerio N., autore indipendente
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"In un’epoca in cui tutto è plastica e algoritmi, La musica uccisa è una bomba a orologeria. Un libro scomodo, che denuncia senza pietà l’omologazione culturale. Lo amerete. O lo odierete. Ma non vi lascerà indifferenti."
— Serena G., ex discografica
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
"Questo libro è un atto d’accusa. Un dito puntato contro chi ha trasformato la musica in un prodotto da supermercato. Aiello riporta la dignità dove l’industria ha messo il prezzo."
— Riccardo B., giornalista musicale